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Nonostante oggi io sia un grande appassionato di Saluki...

di Simone Banderali

...la scelta di acquistarne uno è avvenuta un maniera assolutamente fortunosa. Confesso che nel momento in cui mi sono recato dall'allevatrice per avere un primo approccio con la cucciolata non avevo nemmeno bene idea di come questa razza fosse fatta.

In realtà, mentre nella mia testa si stava facendo prepotentemente largo l'idea di comprare un cane, un mio conoscente iniziò a tessere le lodi del suo inseparabile whippet (altra razza del gruppo dei levrieri) e mi diede il numero di telefono dell'allevatrice da cui il suo amico a quattro zampe proveniva. Non ricordo precisamente se chiamai il pomeriggio stesso o il giorno dopo, ma, comunque sia, il destino volle che al momento quella allevatrice non avesse cuccioli e che conoscesse invece un'allevatrice di Saluki che ne aveva disponibili. Il primo weekend libero (cioè quello immediatamente successivo) salii in auto, feci il tratto di autostrada fra Genova e Bugnato Borghetto (SP) e mi avventurai alla ricerca di Beverone, posto dimenticato da Dio e dagli uomini (ma soprattutto dai cartelli segnaletici) a 40 minuti dal suddetto casello. La ricerca di questo paesino dell'entroterra ligure fu a dir poco devastante, tanto che stavo quasi per desistere quando mi apparve davanti il primo (e credo anche l'unico nel raggio di 100 Km) cartello con riportato il nome della minuscola località. Mi schiaffeggiai ripetutamente per essere certo di non stare delirando ed in pochi minuti raggiunsi il cancello dell'allevamento.

La prima cosa che notai fu che tutti i Saluki (ed erano quasi una ventina) che lì risiedevano e correvano all'impazzata liberi per un immenso giardino senza nemmeno sapere come era fatta una gabbia. Assicuro a quelli di voi che non hanno mai avuto il piacere di entrare in un allevamento che la cosa è inusuale per non dire praticamente unica, sia per comodità degli allevatori che per il fatto che anche cani di razze molto poco aggressive tendono ad azzuffarsi se sono in un gruppo così numeroso.

Immediatamente dopo, grazie all'avvicinamento della festante e curiosa 'mandria', mi fu possibile iniziare a conoscere una delle razze più belle ed affascinanti che esistano ed iniziai a chiedermi come era possibile che dei cani così splendidi, eleganti e docili fossero anche così poco diffusi. A dire il vero questa domanda non ha trovato risposta tutt'ora e questo sito e quello da me realizzato (www.Salukinet.tk) sono un tentativo di porre rimedio a questa inspiegabile lacuna.

Conobbi quindi l'allevatrice con cui ancora oggi mantengo un ottimo rapporto di amicizia e con cui ci sentiamo parecchie volte al mese anche se il suo trasferimento a Velletri non ci consente di vederci con la frequenza e la costanza di prima. Lei mi iniziò a parlare delle peculiarità e del carattere dei Saluki con stupefacente chiarezza e con evidente passione mentre in casa e fuori continuavano le rincorse e gli inseguimenti ed io stavo ad ascoltare con estrema attenzione.

Il tempo volò e mi resi conto che purtroppo era proprio l'ora di risalire in auto e di tornare a casa e faticai parecchio a resistere alla tentazione di portarmi via subito una di quelle meraviglie. Volevo, nei limiti del possibile ponderare bene una decisione che mi avrebbe in ogni caso cambiato la vita valutando i pro e i contro; a dire il vero però, anche a mente fredda, non facevo altro che trovare aspetti positivi e vedere un futuro roseo. Il weekend successivo non arrivava mai è l'ansia di tornare a Beverone si faceva sempre più opprimente tanto che alle 8.30 del Sabato mattina ero di nuovo davanti al cancello dell'allevamento, questa volta con il libretto degli assegni e con l'assoluta certezza e determinazione che avrei portato via con me uno di quei splendidi cani.

Se avete il tempo di andare a visitare il mio sito e siete stati così pazienti da essere arrivati a leggere fino a questo punto, potrete constatare da soli che la mia passione per la razza ma soprattutto il numero degli esemplari che mi devono sopportare è vertiginosamente cresciuto.

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