Link alla pagina indice

Come è arrivata la bella Babayaga

di Francoise Bohr
Due anni dopo la morte di Chèri, magro maschietto di saluki che per 13 anni aveva partecipato molto attivamente alla nostra vita famigliare, cominciarono in casa eccitatissime discussioni se sì o se no, se fare la follia di riprenderci un cane. Un levriero evidentemente. Ogni tanto navigavo tra i siti internet per vedere immagini di saluki, per ritrovarne dei simili al nostro, per studiare le differenze morfologiche tra i 'corridori' e i 'belli' e sognavo guardando ora questo ora quello, senza mai osare impegnarmi veramente per trovare il cucciolo. Non mi sembrava mai il momento. Finchè, visitando il sito di Marilena Candeloro, ci è arrivata la bella Babajaga.

Il primo saluki

Chesarad z Fasanu, il nostro Chèri era arrivato all'improvviso. Roberto cercava un'auto su Secondamano, giornale di piccoli annunci e assieme alle mie figlie guardammo la rubrica degli animali giusto per aggiornarci sui cani di moda! Era il tempo degli Husky e cominciavano i Labrador. Avevamo già una gatta e quindi ci sentivamo a posto per quanto riguardava la rappresentanza animale in casa. Però un 'regalo levriero persiano di 10 mesi' destò la nostra curiosità. Com'era fatto un levriero persiano? Tre giorni dopo avevamo in casa quel 'incrocio tra un ratto e una giraffa' goffo e impacciato. Aveva già tre peluzzi sulle orecchie e nessuno ancora sulla coda. In realtà guardando la data di nascita sul pedigree aveva un anno compiuto ma si comportava assolutamente come un cucciolino. Molto gentile con la gatta, assolutamente disubbidiente nelle passeggiate, sempre magrissimo nonostante le migliori diete, capimmo presto perchè il signore che lo aveva regalato, parrucchiere a Monza, non riusciva a gestirlo. 'Non si spaventi se corre un po' veloce!' mi aveva detto a mo' di congedo. Poco per volta, leggendo vari libri sui levrieri, ascoltando i consigli di Luigi Paro, proprietario della vicina 'Sala del Cane', poi della Signora Durando, che organizzava a Ovada allenamenti per corse amatoriali, scoprimmo che cosa vuol dire avere un saluki (non c'erano ancora i siti!). Chesarad era un discendente di Bigalla, un famoso campione e correre era proprio la cosa che lo eccitava di più. Poteva correre spontaneamente per venti buoni minuti a velocità impressionante, per la gioia di correre. Non siamo proprio stati dei padroni esemplari perchè non gli abbiamo fatto prendere la licenza di corsa e inoltre lo abbiamo portato a poche corse. Per un certo periodo comunque è stato allenato al parco con la bicicletta, e un bel giorno di settembre ha vinto un piatto di Albissola al 'Cursing ligure' arrivando primo! Ancora è appeso in salotto il piatto bianco e blu. L'anno seguente non ci siamo potuti andare e il terzo è stato battuto clamorosamente da giovani cani. Non ha più voluto correre! Per fortuna nel frattempo era nata nostra figlia Elisabeth che ha passato ore vicino alla cesta del vecchio Chèri cantandogli sommessamente canzoncine che sapeva lei o 'leggendogli' fiabe che lui ascoltava attentamente con gli occhi un po' sgranati e i canini che gli uscivano dalla bocca rilassata tanto da sembrare un po'il lupo della favola.

Baba

Il lutto non sembrava mai completamente esaurito. Per questo era difficile decidere qualcosa a tavolino. Per fortuna Novara non è molto lontano da Milano così siamo andati a vedere ben due saluki femmine che cercavano una nuova sistemazione. Le due sorelle avevano un colore simile al nostro Chèri ma altrimenti erano molto più alte e più 'belle': due 'Barbie' molto molto timide (soprattutto una). Impossibile per noi prenderle tutte e due, troppo grandi per portarcele sempre con noi. Ma le due sorelle parevano inseparabili e così anche la loro proprietaria non voleva in un primo momento dividerle. Ad un certo punto però la più magra si alzò pigramente dalla comune cuccia dove stavano simbioticamente sdraiate e si sedette pigramente vicino a Elisabeth. Siamo tornati a casa senza cane. Elisabeth che aveva dieci anni non si rassegnava, io disegnavo saluki a più non posso, le mie figlie grandi mi continuavano a chiedere aggiornamenti sulla situazione saluke, Roberto cominciava a innervosirsi e a dire che di saluki non ce ne sono solo a Novara...Quando non ce l'aspettavamo più e stavamo quasi partendo in vacanza (dopo tre mesi) la situazione si è risolta così: 1 sorella Djamila, (timidissima e più 'grassottella' ma preferita dalla sua padrona perchè presa per prima) e 1 sorella (Baba) a noi ed eccoci in casa la salukona. Pigra, golosa, con occhi lunghi, cleopatreschi: una seduttrice. E molto italiana! Alle parole 'pizza' 'pastasciutta' ma soprattutto 'pasticcini' rizza non solo le orecchie ma anche quattro capelli che ha sulla testa. Ed è talmente alta, la nostra miss che sbircia e controlla tutto quanto succede a tavola. Non corre per conto suo come faceva Chèri e nemmeno con altri cani ma se vede un povero gatto di strada... diventa irriconoscibile e il nome di Babajaga allora le si addice proprio. Eppure con la nostra gatta di casa, la Molly, si è abituata e adesso va piuttosto d'accordo permettendole perfino di strusciarlesi tra le zampe e concedendole ogni tanto qualche leccatina sulle orecchie. All'inizio eravamo preoccupati e non potevamo lasciarle sole insieme. Poi è successo un quasi-incidente che ha risolto una volta per tutte le problematiche interspecie di casa : in nostra presenza la cacciatrice si è lanciata improvvisamente all'inseguimento della gatta che passava di lì e Zachar, vecchio pastore bergamasco di mia figlia Michelle (cresciuto con i gatti) si è buttato tra le due abbaiando in modo molto convincente. Cosa le avrà detto? Baba si è ritirata un po' disgustata. Progressivamente le due bestie si sono alleate perfino nei furti in cucina. Ma l'essenza salukesca di Baba è uscita veramente quando l'abbiamo portata in campeggio. Dormire sotto la tenda, vicino ai padroni, scoprire nuovi territori, la sabbia delle spiagge, l'ombra dell'ombrellone, il mare che non si può bere ma da' refrigerio alle zampe che scottano... Come anche Chèri, Baba alla fine del campeggio si è sdraiata sulla tenda smontata e non voleva farcela ripiegare. Ma tra poco di nuovo andiamo e la levriera ha già notato e annusato i sacchi tirati fuori dalla cantina. Credo che sia già pronta.

Francoise (Kika)
< == torna all'indice dei racconti

Link alla pagina indicehome

:: Saluki-teka :: Arte :: Standard :: Esposizioni :: Coursing :: Rescue :: Cucciolate ::
:: Racconti :: Photo gallery :: Links :: Mailing list and free stuff :: Guestbook :: em@il ::